giovedì 29 maggio 2008

Reutilización de botellas en Finlandia

Botellas de cristal

El gobierno y la industria embotelladora finlandesa han consensuado producir envases de vidrio y de plástico (PET) estándar, a fin de que puedan devolverse para su recarga sin importar el proveedor.

Los proveedores de bebida en Finlandia, ya sean alcohólicas o no, se ajustan a este sistema para asegurar una economía de ciclo cerrado. Las botellas de cerveza se identifican por ser de vidrio ámbar, mientras que las otras bebidas se embotellan en vidrio trasparente.

El promedio de vida útil de una botella de vidrio puede alcanzar los diez años de duración, con cinco recargas anuales de media.

En Finlandia el comprador paga por cada envase de vidrio o PET un depósito en el momento de la compra. El depósito se reembolsa cuando devuelve el envase. De este modo, el proveedor recupera las botellas en el momento en que entrega al establecimiento nuevas botellas llenas. El ahorro alcanza también el sistema de transporte. Este sistema lo he conocido de chico aquí en España, y me he hartado de devolver los “cascos” de las botellas, tanto en pequeños establecimientos como en grandes distribuidores. Pero un buen día, desapareció…

Mediante este sistema, en Finlandia se reutiliza el 85% del vidrio y el 70% de los plásticos, siendo el país de la Unión Europea que menos desperdicios de packaging per capita genera.

(da: www.ison21.es)

mercoledì 28 maggio 2008

Moda e impatto ambientale.

Anche i vestiti inquinano. Nel mirino soprattutto la “fast fashion” e gli abiti low cost. Siamo ancora in tempo per rimediare. La soluzione è nei materiali eco-sostenibili e nel riciclo dei tessuti

26 Maggio 2006

moda_ambienteCambio di fine stagione. Il momento di archiviare i vestiti troppo leggeri per prendere quelli troppo pesanti. Ma anche il momento in cui si fa una totale revisione del guardaroba.

Quella carinissima maglietta rosa… che peccato ha dei buchetti. Quel pantalone nero… è a vita troppo alta. Quelle scarpe verdi… belle, ma l’anno prossimo saranno terribilmente fuori moda. Così, dopo ogni cambio di stagione ci si ritrova con pacchi e pacchetti di vestiti e accessori da gettare perché danneggiati o fuori moda. E spesso non ci dispiace neanche troppo, perché non avevamo speso molto e perché è una buona occasione per il rinnovo del guardaroba. Un ottimo motivo per fare shopping. Ma quando leggiamo il cartellino e ci stupiamo dei prezzi a buon mercato, non pensiamo alle conseguenze che i nostri acquisti “low cost” potrebbero avere.

Ebbene sì, i vestiti “usa e getta” per quanto carini e di moda sono anche una vera e propria bomba a orologeria per l’ambiente. Nessuno, guardando una vetrina, penserebbe ad una discarica, ma è proprio lì che vanno a finire quelle magliette, gonne, pantaloni, scarpe e borse che compriamo a cuor leggero. Gli inglesi la chiamano “fast fashion”. Proprio perché dura il tempo di un kleenex. Alcune catene di moda “usa e getta” hanno iniziato a cambiare le collezioni ogni due settimane, non più solo due volte all’anno. E i risultati si possono immaginare. Paradossalmente sono più ecologici i tessuti sintetici di quelli naturali come il cotone.

Come mai? Il problema risiede nelle coltivazioni intensive che utilizzano fertilizzanti e pesticidi e nella manutenzione dei capi. Un vestito sintetico non ha bisogno di essere stirato e si asciuga prima. Il risultato è che per i capi sintetici si utilizzano meno elettrodomestici inquinanti come il ferro da stiro e l’asciugatrice. Nella coltivazione, poi, anche se si utilizzano meno risorse che nelle fabbriche che producono tessuti sintetici, è altissimo il consumo di acqua per l’irrigazione. Per non parlare dell’uso dei fitofarmaci. I pesticidi, per intenderci.

campi_cotone

La soluzione ci sarebbe. Bisognerebbe incentivare la produzione di cotone “biologico”, senza l’uso di prodotti chimici nella coltivazione. Costerebbe troppo, potrebbe obiettare qualcuno. Vero, ma nel lungo termine ci sono dei vantaggi, perché in questo modo non si “esaurirebbero” i terreni. L’uso indiscriminato dei pesticidi, infatti, impoverisce i terreni, portandoli anche alla desertificazione.

bio_fibraUn’altra opzione sarebbe l’uso di altre fibre naturali maggiormente eco-sostenibili, come canapa, ramia, iuta, sisal (ricavato dall’agave) e fibra di cocco. Oltre alle cosiddette “bio-fibre”, che hanno un solo anno di vita, ma sono biodegradabili: sono il bambù, la soia e il mais.

Anche la manutenzione dei capi è alla base dei rischi di “inquinamento da moda”. Eliminare l’uso di asciugatrici elettriche e ferri da stiro sarebbe il primo passo da compiere, insieme alla riduzione della temperatura del lavaggio. Poi si dovrebbe porre attenzione sull’uso di detergenti e saponi, cercando di non esagerare nei dosaggi.

Infine, c’è la questione riciclo. Se la raccolta differenziata dei rifiuti è stata molto incentivata negli ultimi anni, ancora non viene prestata particolare importanza al riciclo dei tessuti. Eppure sarebbe un’ottima soluzione per diminuire l’impatto ambientale delle mode “usa e getta”. Per esempio si potrebbe proporre ai consumatori una specie di “rottamazione dell’usato”. Cioè i negozi potrebbero applicare degli sconti a chi acquista portando indietro merce usata da riciclare. Oltre al riciclo, gli stessi negozi potrebbero aggiungere un servizio di “restyling”, garantendo dei servizi di sartoria e dei “pezzi di ricambio”. Negozi di vestiti come concessionarie di automobili? Non proprio, ma quasi.


(Da: www.girlpower.it/mondo/intornoanoi/moda_impatto_ambientale.php)

domenica 25 maggio 2008

www.puliamoilmondo.it

Che cos'è Puliamo il Mondo?

Puliamo il Mondo è l'edizione italiana di Clean Up the World il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo. Dal 1993, Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è presente su tutto il territorio nazionale grazie all'instancabile lavoro di oltre 1000 gruppi di "volontari dell'ambiente", che organizzano l'iniziativa a livello locale in collaborazione con associazioni, comitati e amministrazioni cittadine.

Puliamo il Mondo è un'iniziativa di cura e di pulizia, un'azione allo stesso tempo concreta e simbolica per chiedere città più pulite e vivibili.
Per raggiungere questo obiettivo serve l’impegno di tutti, cittadini e istituzioni. Serve una maggiore attenzione alla tutela del territorio e un impegno coerente e continuo nel tempo.

Con Puliamo il Mondo si recuperano numerosi luoghi dal degrado e si promuove una efficiente gestione dei rifiuti, una reale riqualificazione delle aree urbane e una più attenta valorizzazione degli ambienti naturali preservandoli dall'abusivismo edilizio e dalla cementificazione.

www.puliamoilmondo.it


Rifiuto con affetto: il cassonetto degli scambi

A Venezia, isola della Giudecca, ci sono cassonetti per rifiuti con una parete di vetro e dei ripiani. Li si usa per gli oggetti di cui ci si vuole disfare ma che non sono proprio “da buttare”: oggetti ancora in buone condizioni che potrebbero interessare a qualcuno e che, quindi, vengono messi a disposizione in un luogo pulito, protetto e pubblico.Il progetto si chiama “rifiuto con affetto” ed e’ attivo da un anno. A inventare e studiare la collocazione, la pubblicizzazione e l’utilizzo di questi “armadi/vetrine di strada” sono state tre studentesse di Design e Arte.

La parte interessante dal punto di vista sociale e’ stata la volontà di dare dignità al recupero degli oggetti. Gli oggetti molto spesso vengono progettati con una obsolescenza programmata per far si che vengano buttati e ne vengano comprati di nuovi. Osannare la moda e denigrare il riuso favorisce i consumi e la produzione di rifiuti. Usando il cassonetto del rifiuto con affetto la gente sa che le proprie cose resteranno in zona e saranno prese da qualcuno che le apprezza.


La poltrona ecologica da 4500 dollari

La poltroncina è fatta da quindici sacchi di stracci, messi uno sull’altro per la modica cifra di 4500 dollari, ma l’acquirente può riciclare i propri inserendoli nel disegno: sul sito affermano che “ogni pezzo è unico”, una pregiata eco-opera che può diventare un modo per conservare i propri ricordi.

lunedì 5 maggio 2008

L'earth day Jovanotti e Sky Cinema

...guarda il video nella colonna a destra!

giovedì 1 maggio 2008

Il nostro lavoro ...

Così abbiamo lavorato con i rifiuti, durante la creazione della pubblicità...